L’arco è probabilmente l’elemento strutturale che per eccellenza ha sfidato i millenni. Nel nostro immaginario l’arco è elemento semicircolare costruito su due piedritti con la capacità di sostenere tutto quello posto sopra.
Il primo arco era costituito da due assi obliqui contrapposti. Successivamente le assi sono stati posti in verticale e sopra a questi è stato inserito un architrave. Problemi relativi alla fragilità ed ai limiti strutturali di questi elementi in determinate situazioni, hanno man mano favorito la struttura ad arco come lo identifichiamo oggi. Inserendo elementi cuneiformi da un piedritto all’altro si realizza l’annullamento delle forze verticali sulla luce dell’arco e si distribuisce sulle spalle e ai lati (struttura spingente). Caratteristica questa che ha permesso di realizzare delle strutture monumentali che, attraversando i tempi, sono arrivate fino a noi.

Gli archi in mattoni nel tempo

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Prima gli Etruschi poi i Romani hanno costruito archi cosiddetti a “tutto sesto” e a “sesto ribassato“. Successivamente in tutta Europa l’arco predominante è diventato quello a “sesto acuto” ma se valichiamo i confini nazionali, gli archi hanno assunto forme diverse in base alle culture che hanno incontrato (arco a “ferro di cavallo“, l’arco ogivale e plurilobato). In Spagna l’arco, nel ‘900, viene reinventato e sfruttato oltre ogni immaginazione da Antoni Gaudì che sviluppa modelli matematici costruendo archi parabolici ed iperbolici.

In architettura l’arco, elemento strutturale per eccellenza, diventa perciò un elemento estetico rappresentativo dello stile architettonico di una regione o di una civiltà.

Gli archi in cotto

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L’arco, qualunque sia la sua forma presuppone che i piedritti laterali importanti, tali da contrastare la spinta obliqua (risultante da l’unione di quella verticale e quella orizzontale). Generalmente si fa uso di pilastri in muratura, colonne o susseguirsi di altri archi così da annullare o comunque contrapporre tale spinta.
I materiali costitutivi degli archi variano dal legno, alla pietra, ai mattoni al ferro, al calcestruzzo. Il mattone in cotto da sempre è stato il materiale più versatile nella costruzione di archi. La difficoltà maggiore è stata sempre quella del taglio della pietra: con il cotto invece la realizzazione può essere effettuata con mattoni tradizionali o con mattoni realizzati a forma di cuneo.
Fermo restando che un arco si possa realizzare anche a secco con mattoni cuneiformi perfettamente adiacenti faccia a faccia, il legante da sempre utilizzato è la malta cementizia. Questa ne costituisce il giunto e allo stesso tempo, nel caso dei mattoni regolari, ne costituisce anche il cuneo.

E’ interessante come gli archi in mattoni trovano ancora spazio all’interno dei nuovi progetti, nei recuperi e nelle ristrutturazioni. Spesso rimuovendo gli intonaci si scoprissero queste strutture che vengono riqualificate a mezzo sabbiatura. Nella costruzione ex-novo gli archi in mattoni vengono utilizzati per sottolineare il passaggio tra ambienti diversi oppure per valorizzare gli spazi esterni, realizzando ampi porticati e verande.
Negli edifici di nuova costruzione in cemento armato, spesso vengono inseriti archi sia all’interno che all’esterno nonostante questa tipologia di costruzione sia di per se strutturale. Gli archi vengono rivestiti in mattoni utilizzando soluzioni listellari e ad ELLE, per risaltarne la forma arricchendo il valore estetico dell’edificio riproducendo l’effetto del mattone faccia vista.

Fornace Bernasconi realizza laterizi pieni in cotto per la realizzazioni sia di archi in mattoni portanti che listelli o mattoncini a ELLE per il mero rivestimento (funzione estetica). La produzione artigianale e su commessa garantisce la realizzazioni di mattoni su misura con dimensioni, spessori e formati in grado di adattarsi e soddisfare qualsiasi esigenza estetica e strutturale.

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